Parte 1: situazione economica della scuola
I tagli orizzontali sono argomento di cronaca ormai quotidiana. La conseguenza sulla scuola è che arrivano meno soldi dal Ministerto della Pubblica Istruzione che rappresenta la prima fonte di entrata. Per avere un primo dato di partenza, all'inizio dell'anno scolastico, tra settembre e dicembre, la quota assegnata dal Ministero per il funzionamento amministrativo e didattico, non superava la quota versata dai genitori con il contributo volontario. Il meccanismo non deve sorprendere. Infatti, a causa di tagli e riduzioni, il Ministero sposta le sole assegnazioni su cui può contare a copertura delle spese per le supplenze (che la scuola si trova di fatto ad anticipare), assegnando solo e quando quei costi gli vengono comunicati. Questo metodo permette al Ministero di prendere tempo da un lato, mentre dall'altro costringe le scuole ad utilizare le risorse economiche di cui dispongono per pagare stipendi ai supplenti e sostituzioni brevi tra docenti di ruolo. E' chiaro che in una situazione economica dove ci si trova a coprire costi in attesa di riavere i fondi corrispondenti, il contributo genitori diventa preziosissimo perchè, di fatto, costituisce la liquidità di cassa, ossia i soldi nel cassetto, che permettono di far fronte alle spese immediate e dovute, come gli stipendi dei supplenti. Non solo, come genitori in Consiglio, appena capito come funziona il meccanismo, abbiamo chiesto che venisse utilizzato, come criterio per i pagamenti, proprio quello di privilegiare quelli delle ore di sostituzione breve tra docenti di ruolo e, chiaramente, gli stipendi dei supplenti a cui aggiungere le sostituzioni e supplenze del personale ATA con l'obiettivo di garantire, per quanto possibile, che la scuola sia aperta e che si faccia lezione. Un punto di orgoglio è il fatto che si stia riuscendo, grazie all'attenta gestione di cassa, a saldare entro il prossimo CDI previsto per il 15 aprile 2011, i debiti nei confronti dei docenti che hanno fatto ore di sostituzione breve di loro colleghi assenti e che si sia in pari con gli stipendi dovuti ai supplenti.
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